Sonno profondo – Banana Yoshimoto

Nei primi Anni Novanta, la nota scrittrice giapponese Banana Yoshimoto uscì nel nostro Paese con quest’opera narrativa di poco più d’un centinaio di pagine, tre corposi racconti il primo dei quali, ‘Sonno profondo’, dà il titolo alla stessa, a seguire ‘Viaggiatori nella notte’ e ‘Un’esperienza’.

Il filo narrativo di tutte e tre le storie è il sonno, inteso non solo come imprescindibile necessità fisiologica piuttosto come quel tipo di realtà sfuggente – tuttavia concreta – la quale, accompagnandoci lungo il corso delle nostre esistenze, racchiude e ingloba un continuo, invisibile e privatissimo germogliare d’emozioni.


“Il sonno viene come l’avanzare della marea. opporsi è impossibile.”

Estendiamo il significato della citazione alla vita: il sonno è come certi periodi che ci sono necessari per poter andare avanti e migliorarsi. Come quei tempi (giorni, spesso mesi, talvolta anni) di incertezze e lentaggini durante i quali sembra che nella nostra vita non avvenga mai nulla, o piuttosto, solo frustranti passi all’indietro. In realtà, sono proprio questi i momenti indispensabili alla crescita della nostra anima! Quelli che fungendo da ricariche di energie sono dotati di un incredibile effetto fionda: ci aiutano a prendere la rincorsa poi ci sparano dritti nel futuro, a volte quasi senza che ce ne rendiamo conto.

Dunque, se cercate un libricino scritto in maniera semplice, scorrevole ma assolutamente non banale, tanto per approcciarvi alla cifra stilistica di un’autrice giapponese che da allora di romanzi ne ha scritti molti, se desiderate storielle da poter leggere quando sedete sul divano con occhi appannati dalla stanchezza e prima di cadere in un bel sonno profondo, perdonatemi la ‘battutaccia’… ecco, Banana Yoshimoto fa al caso vostro, con queste pagine che stimolano riflessioni su piccole azioni spesso date per scontate quindi ritenute non degne di nota. Tanto per dire, la protagonista del primo racconto a un certo punto si pone una domanda: ma da quando ho cominciato ad abbandonarmi così al sonno, a smettere di opporre resistenza? Ma che domanda è – si potrebbe dire – mi pare alquanto sciocca…! E invece no, riflettendoci non è affatto mediocre perché è scientificamente risaputo che anche dormire troppo può avere il suo spiacevole risvolto, tanto per dire, un subdolo stato depressivo in atto…

Buona lettura,

Lida

TITOLO: Sonno profondo – pag 136

AUTORE: Banana Yoshimoto

EDITORE: Feltrinelli

Cose da fare per farsi del male – Michele Orti Manara

Questa raccolta di storie brevi non è un manuale di sopravvivenza, ma una carrellata di personaggi spezzati, tormentati dal passato, travolti dalla frustrazione. Aleggiano tra queste pagine temi come il segreto, l’inquietudine per ciò che dovrebbe essere familiare, il male sperimentato nell’età dell’innocenza. Eppure, in ognuna di queste storie c’è sempre un portale su un’altra dimensione, forse rimossa o forse fantastica, alla quale i personaggi cercano con tutte le loro forze di avere accesso per riuscire a restare a galla. Una carrellata di dodici racconti, quelli contenuti nell’ultima opera di Manara, dodici protagonisti che apparentemente non hanno niente in comune tra loro, diversi per età, genere ed esperienze vissute, ma che sono legati dalla stessa emozione, quella della paura e della frustrazione di un passato che li ha segnati e che si ripercuotono nel loro presente.

E allora troviamo una giovane donna scavare nell’archivio di un vecchio cinema cercando una traccia paterna che porti conforto. Un giovane desiderare in segreto una ragazza in un bar, fino a scivolare in una delirante ossessione. O ancora, un personaggio che ascolta la voce di un lago in compagnia di un cane sbucato chissà dove, per provare a colmare un’assenza. Sono storie dolorose ma raccontate con rispetto e dolcezza, fiabe nere da assaporare con calma. Le parole accuratamente scelte rendono la lettura fluida e piacevole. Le scene sono vivide e arricchite da dialoghi ben costruiti. Una bellissima scoperta per me che non conoscevo questo autore.
Consiglio questo libro a chi non ha timore di affrontare le proprie paure e gli eventi irrisolti della vita, a chi è pronto a guardarsi nell’animo.

Manuela

TITOLO: Cose da fare per farsi del male – Pag.215

AUTORE: Michele Orti Manara

EDITORE : Giulio Perrone Editore

La meccanica quasistica – Tiziano Distefano

In questo piccolo libricino dal titolo accattivante, è racchiuso l’esordio nel mondo editoriale del viareggino Tiziano Distefano.


La meccanica quasistica
è un insolito mosaico di ventiquattro racconti che intreccia scienza, economia e filosofia dando vita a una narrativa che unisce l’infinitamente logico con l’infinitamente paradossale. Situazioni capovolte, personaggi che si comportano come particelle subatomiche, instabili e sfuggenti e che spesso non sono quelli che sembrano. Con particolare ironia l’autore ci accompagna in questo viaggio dell’assurdo ma che alla fine tale non è, lasciandoci a riflettere su tematiche importanti come la vita e la morte. E lo fa scegliendo le parole giuste, cogliendo nel segno, a volte in meno di una pagina.


Ogni racconto è a sé stante (tranne due, Senza parole e Racconto perfetto), non ci sono personaggi ricorrenti o luoghi specifici, alcuni sono brevissimi, altri più lunghi, anche dal punto di vista stilistico si denota una certa differenza spaziando da quelli più descrittivi a quelli narrativi, qualcuno è improntato sul dialogo altri somigliano a pseudo-saggi. In sintesi l’opera danza sul filo sottile del surreale, in un continuo ossimoro, creando un microcosmo riflessivo in cui nessuno, che sia umano, dado, sasso o libreria, può sottrarsi alle pressanti domande esistenziali e alle ingiustizie sociali e ambientali.


Manuela

TITOLO: La meccanica quasistica - Pag.155

AUTORE: Tiziano Distefano

EDITORE : Transeuropa

La fine del mondo è un cul-de-sac – Louise Kennedy

Sono incappata in questa lettura un po’ per caso, incuriosita dal titolo e da una copertina stile rétro nostalgico. Quello che ho trovato al suo interno è una raccolta di racconti brevi, storie intense e ben scritte. L’ambientazione è quella della periferia Irlandese, dopo la crisi economica che ha colpito il paese nel 2011. Ogni storia è unica a se stessa, le narrazioni cambiano punto di vista, i protagonisti sempre differenti. Quello che li accomuna è un senso di spaesamento, quasi di abbandono, un’istantanea drammatica di un momento specifico delle loro vite.

Una donna dall’oscuro passato vive sola nella splendida casa costruita dall’uomo che l’ha abbandonata.

Una ragazza fa andare avanti e indietro il tempo in cui suo fratello terrorista ha vissuto con lei.

Una bambina cresce troppo in fretta per sopperire alle mancanze di una madre che arranca a furia di pasticche e lunghe dormite.

Una lepre scorrazza nel giardino di un uomo e una donna desiderosi di intraprendere una nuova vita, mentre non molto lontano una coppia prova a colmare i debiti con una coltivazione clandestina di hashish.

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Diario a specchio – Giorgio Pini

Un insolito diario con storie di artisti che hanno lasciato un disegno, poche parole o qualche poesia. La copertina riproduce un dipinto di Oreste Paltrinieri: La torre Matilde (a Viareggio) e la prua di una nave che si specchiano nella darsena di Medusa. Medusa è per Mario Tobino lo pseudonimo di Viareggio nelle cui darsene il mare riflette le immagini capovolte. Un po’ come i neuroni a specchio, strane cellule situate nelle aree motorie del cervello che si attivano anche semplicemente osservando un movimento. La loro funzione è di riprodurre nel cervello dell’osservatore lo stesso tipo di attivazione delle aree cerebrali deputate a svolgere quel movimento. È forse per questo che davanti alla televisione diventiamo tutti goleador. I neuroni a specchio si attivano anche in altre condizioni, ad es. quando qualcuno ostenta le proprie emozioni e il sentimento del primo diviene il sentire dell’altro: l’efficacia del sistema permette di immedesimarsi nella mente dell’altro, di sperimentare le stesse emozioni, con la stessa intensità, in una parola di provare empatia. Ecco l’assonanza tra i neuroni e il diario a specchio. L’artista agisce e stimola la fantasia dell’interlocutore che di volta in volta crea storie che riguardano il pittore (Possenti, Liberatore, Dolfi, Michetti, Vaccarezza e Lisandro Ramacciotti), lo scrittore (Manlio Cancogni e Mario Tobino), il critico (Cesare Garboli e Dino Carlesi) e il poeta (Roberto Amato).

Manlio Cancogni apre il diario proprio parlando dei bambini meno fortunati, scoprirà che una pianta selvatica, resistente agli insulti dell’ambiente, rappresenta una metafora di “Quelli che non” (il racconto intitolato in origine “Manlio Cancogni e l’inula viscosa” ha vinto il 3° premio del concorso “racconto breve” di A.L.A. ed è pubblicato nell’ Antologia “il Fascino del Racconto” edizione 2022). Seguono le storie di pittori in rapporto con altri personaggi: una famosa genetista francese si innamora di Marco Dolfi, senza conoscerlo, vedendo soltanto i suoi dipinti. Con un’ossessione, frutto di una deformazione professionale, cerca il DNA di Marco attraverso la visione dei suoi quadri per immaginarne i tratti somatici, i modi gentili e le emozioni.

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Il rosmarino non capisce l’inverno – Matteo Bussola



Mi è piaciuta la motivazione che ha spinto l'autore a questa serie di racconti dedicati alle donne: "Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già."

Interessante. Perché chi scrive spesso lo fa per raccontarci cose di cui è (o crede di essere) molto informato. Peraltro uno dei più inflazionati consigli da parte di autorevoli scuole di scrittura è che si deve narrare ciò di cui si ha cognizione, evitando come la peste argomenti lacunosi. Bussola invece si lancia in un tema di cui si proclama inesperto. Anche se noi mica gli crediamo troppo... Così nel 2022 è venuta alla luce un'antologia con 18 racconti intitolati da nomi femminili più un'ultima nota al testo. C'è l'amore scoperto in tarda età, ragazze che non perdonano le proprie madri, altre che non vogliono figli perché non sopporterebbero il loro dolore in questo mondo egoistico, c'è tutta la fragilità e l'inquietudine dei nostri tempi, l'amore e l'odio verso se stesse, c'è l'amore omosessuale e c'è la resistenza, tanta resistenza, soprattutto in quella lettera scritta da una vedova al marito. Insomma, donne, persone comuni e insospettabili. Quelle che potrebbero essere vicine di casa, colleghe di lavoro o compagne di Zumba. Ma tutte donne che cadono e provano a rialzarsi. E in genere ci riescono. Come il rosmarino: che è una pianta perenne molto resistente ma non invincibile, un delizioso arbusto che teme il gelo dell'inverno e che ad ogni nuova primavera rinasce, nonostante le cicatrici. Un'opera semplice dalla scrittura scorrevole per chi voglia allinearsi, imparare, approfondire l'universo femminile.  
Buona lettura,

Lida 
TITOLO: "Il rosmarino non capisce l'inverno" - pagg 152
AUTORE: Matteo Bussola
EDITORE: Einaudi 2022

La lotteria – Shirley Jackson


Un libricino che contiene quattro brevi racconti, tutti diversi tra loro tutti cattivissimi, taglienti, agghiaccianti. Nel primo racconto, che da il nome alla raccolta, si parla di un paesino che una volta l’anno, in giugno, organizza una lotteria molto particolare…


In certe città, dato il gran numero di abitanti, la lotteria durava due giorni […] ma in
questo paese, di sole trecento anime all’incirca, bastavano meno di due ore.

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Quaderni di Lanzarote – Josè Saramago

‘Quaderni di Lanzarote’ è una sorta di diario scritto da Josè Saramago negli anni dal 1993 al 1997, subito dopo essersi auto-esiliato in un’isola delle Canarie a causa della spiacevole vicenda del libro ‘Il vangelo secondo Gesù Cristo” (1991), causa di scalpore e feroci polemiche.

Quest’opera è composta da lettere indirizzate alla moglie Pilar, agli amici e ad altri scrittori e personaggi incontrati durante il suo percorso di vita letteraria. Il mio consiglio è di leggere con calma e di assaporare i brani a poco a poco, visto che,

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Brevi interviste con uomini schifosi – David Foster Wallace

Nel 1999, dopo tre libri e un ‘romanzone’ (Infinit Jest), negli Stati Uniti uscì questo ‘Brevi interviste con uomini schifosi‘ che confermò il successo di David Foster Wallace, compianto autore divenuto di lì a breve una sorta di leggenda della giovane letteratura americana e non solo.

Con la consueta cifra stilistica talentuosa, satirista, graffiante, in questo volume si estremizza ancor più la visione crudele e irriverente della realtà attraverso racconti più o meno lunghi, alcuni dei quali narrati con formula intervista, e tutta una serie di personaggi che, come al solito, rappresentano un variopinto campionario di umanità che non si vergogna minimamente di mettere in piazza le proprie laidezze, odiosità e brutture.

Eccovene una stramba. E’ stato un paio d’anni fa, avevo 19 anni e mi preparavo a lasciare casa dei miei, per andare a stare per conto mio, e un giorno che mi stavo preparando all’improvviso mi torna in mente questo ricordo di mio padre che si mena l’uccello sotto il mio naso una volta che ero piccolo. Il ricordo viene fuori di punto in bianco, ma il fatto che è così particolareggiato e sembra cos’ concreto mi dice che è assolutamente vero.

Ma questi uomini schifosi di Foster Wallace, sono vittime o carnefici? Ad esempio, che dire del focomelico che si serve del proprio moncherino per impietosire e quindi portarsi a letto le ragazze? Oppure del depresso che alla fine riesce a far suicidare l’analista?

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Le leggende delle Alpi Apuane – Paolo Fantozzi

Questo libricino di poco più di cento pagine è in realtà una raccolta che riunisce le più rappresentative leggende delle Alpi Apuane appartenenti a una tradizione orale ormai quasi perduta. L’autore, Paolo Fantozzi, mescola sapientemente una serie di immagini e di storie che oscillano tra realtà e fantasia, offrendoci così lo specchio della società d’un tempo, ancora incontaminata dalla televisione e dai moderni mezzi di telecomunicazione. In queste folcloristiche pagine troveremo quindi la leggenda del Monte Corchia, delle Panie, dell’Omo Selvatico, il Monte Altissimo, la Roccia del Diavolo, il Monte degli Streghi, Il Monte Procinto, Il Monte Matanna, il Monte Nona, e tante altre belle favole da leggere a grandi e piccini…

Di seguito, riporto fedelmente una delle antiche leggende che ruotano attorno al Monte Prano (o Prana, secondo l’accezione versiliese), la vetta apuana più meridionale che sovrasta la cittadina di Camaiore. Dal litorale è praticamente impossibile non vederlo, questo monte non troppo elevato (mt. 1221) che ha una sua particolare conformazione, una vetta tricuspide e il succedersi di gobbe e avvallamenti. Pare un colosso preistorico addormentato che allunga le zampe ammantate di boschi e oliveti, quasi a voler proteggere dall’insidia dei venti del Nord la piana sottostante, Camaiore appunto, e la sua ridente frazione marina, Lido di Camaiore.

LA LEGGENDA DI FRA RUFINO

“Era una di quelle sere d’autunno, quando il vento soffia forte dal mare e incappuccia di nembi grigiastri le vette del Gabberi, del Matanna e del Prana. Alessandro, un mezzadro della Pieve, decise che,

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