Oggi si parla di “Il silenzio degli amanti” di Edith Bruck, un libro uscito per Marsilio Editore nel marzo del ’97, quindi una storia di qualche tempo fa. Ma i libri, si sa, non hanno scadenza ed è bello leggere sia le ultime uscite che, ogni tanto, regalarsi il gusto delle pagine su cui da tempo s’è posato un velo di pace.
Questo della Bruck è in buona sostanza un romanzo sull’amore. I tre personaggi principali lo raccontano sotto ogni punto di vista. Dunque, abbiamo lo scaltro uomo politico, sposato, con figli, l’amante segreta, donna molto bella e con un lavoro in vista (in tv), infine un giovane lui che per amicizia accetta di fare da palo agli incontri furtivi tra il deputato e l’avvenente presentatrice, persino prestando la propria abitazione alla clandestinità.
La caratteristica di base che colpisce il lettore è che nessuno dei tre è felice, men che meno Roberto, il giovane omosessuale che si presta all’imbarazzante situazione, non senza pene e dolori, da cui non riesce a tirarsi fuori.
Ma dato che nella vita a volte la felicità si nasconde negli angolini più remoti del nostro io, è già lì insomma, e a patto di saperla riconoscere, può anche saltar fuori e da lì in poi vivere di luce propria, quando il giovanotto inizierà a provare gelosia o un qualcosa di molto simile e verrà aggredito da un intollerabile senso di frustrazione e pesantezza, entro breve scatterà la salvifica ribellione.
Anche se non tra le migliori opere della Bruck, questa è una storia che rimette le cose a posto, che rende giustizia, sono centoquaranta pagine (lunghezza attestabile tra il romanzo breve e il cosiddetto romanzo) cariche e apportatrici dell’energia tipica del rinnovamento e della speranza. Per chi dunque, non aspettandosi il capolavoro letterario del secolo, non ha nemmeno voglia di rischiare narrazioni che si portano appresso pesantezze e pessimismo cosmico… Buona lettura,
Lida
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