
Il protagonista, il Professore, subisce un attacco anonimo sulle pagine di una rivista che si occupa di filologia classica. Il motivo occasionale è l’etimologia inesatta di una parola: “ipocrita”.
Continua a leggereIl protagonista, il Professore, subisce un attacco anonimo sulle pagine di una rivista che si occupa di filologia classica. Il motivo occasionale è l’etimologia inesatta di una parola: “ipocrita”.
Continua a leggereUn libro che mescola destino personale e collettivo, romanzo e autobiografia.
“Ci farebbe bene scrivere delle nostre famiglie, senza nessuna finzione, senza romanzare. Solo raccontando ciò che è successo, o ciò che crediamo sia successo.”
E l’autore lo fa, racconta proprio la sua vita, riflette su quei legami che ci permettono di vedere, anche a distanza di tempo, i piccoli gesti, le parole e persino il non detto. Ne esce fuori un’opera letteraria che si aggrappa al ricordo dei nostri cari e al pensiero che in fondo in fondo… in tutto c’è stata bellezza. Titolo azzeccatissimo, titolo che riassume il pensiero delle 400 pagine scritte dalla coraggiosa e a tratti lirica voce di Manuel Vilas, scrittore e amatissimo poeta spagnolo, vivente, classe 1962.
Continua a leggereKatya Spivak è una ragazza di sedici anni che ha deciso di passare l’estate lavorando come babysitter presso una famiglia facoltosa a Bayhead Harbor, nel New Jersey. Un giorno, per caso, incontra un influente artista della zona. Dopo qualche chiacchiera innocente, l’uomo chiede a Katya di posare per un ritratto, facendo di lei la sua Musa. Lui è una delle personalità più in vista del paese, è gentile, ha i capelli bianchi e un fascino demodé. Lei invece proviene da una famiglia di bassa estrazione sociale e si mostra subito attratta dalla bellissima villa che affaccia sull’oceano, i libri per bambini che l’uomo ha scritto, la musica classica che le fa ascoltare e soprattutto i generosi regali che riceve. E se all’inizio dell’estate Katya crede di dover pensare solo a giochi e pannolini, non sa che l’incontro con il sessantottenne Marcus Kidder le cambierà la vita.
“E tu cosa sceglieresti, dovendo esprimere un desiderio?”
Continua a leggereLa frase che più rappresenta la nostra Manuela è:
La frase che più rappresenta la nostra Lida è:
L913
Oggi si parla di “Il silenzio degli amanti” di Edith Bruck, un libro uscito per Marsilio Editore nel marzo del ’97, quindi una storia di qualche tempo fa. Ma i libri, si sa, non hanno scadenza ed è bello leggere sia le ultime uscite che, ogni tanto, regalarsi il gusto delle pagine su cui da tempo s’è posato un velo di pace.
Questo della Bruck è in buona sostanza un romanzo sull’amore. I tre personaggi principali lo raccontano sotto ogni punto di vista. Dunque, abbiamo lo scaltro uomo politico, sposato, con figli, l’amante segreta, donna molto bella e con un lavoro in vista (in tv), infine un giovane lui che per amicizia accetta di fare da palo agli incontri furtivi tra il deputato e l’avvenente presentatrice, persino prestando la propria abitazione alla clandestinità.
La caratteristica di base che colpisce il lettore è che nessuno dei tre è felice, men che meno Roberto, il giovane omosessuale che si presta all’imbarazzante situazione, non senza pene e dolori, da cui non riesce a tirarsi fuori.
Ma dato che nella vita a volte la felicità si nasconde negli angolini più remoti del nostro io, è già lì insomma, e a patto di saperla riconoscere, può anche saltar fuori e da lì in poi vivere di luce propria, quando il giovanotto inizierà a provare gelosia o un qualcosa di molto simile e verrà aggredito da un intollerabile senso di frustrazione e pesantezza, entro breve scatterà la salvifica ribellione.
Anche se non tra le migliori opere della Bruck, questa è una storia che rimette le cose a posto, che rende giustizia, sono centoquaranta pagine (lunghezza attestabile tra il romanzo breve e il cosiddetto romanzo) cariche e apportatrici dell’energia tipica del rinnovamento e della speranza. Per chi dunque, non aspettandosi il capolavoro letterario del secolo, non ha nemmeno voglia di rischiare narrazioni che si portano appresso pesantezze e pessimismo cosmico… Buona lettura,
Lida
“Verrà tempo in cui non esisterà più tempo.”
In casa da tutta la vita, questo libro era sempre sfuggito alla mia lettura. Che dire se non un “capolavoro della letteratura russa”? Protagonista del romanzo è il principe Myskin rientrato in Russia dalla Svizzera dove è stato fatto curare per problemi di epilessia. Tornato a casa, anzi ancora sul treno, incontrerà il primo dei personaggi “maledetti” Parfen Rogozin, innamorato pazzo (nel vero senso della parola!) di Nastas’ja Filippovna. I tre si ritroveranno poi a San Pietroburgo dove saranno trascinati in un turbinio di eventi.
Myskin ha il candore di un bimbo nel corpo di un adulto, non solo per l’aspetto fisico, biondo, pelle chiarissima, ma anche per bontà d’animo e modi gentili. Talmente buono e ingenuo, un “idiota” appunto, da credere di poter “salvare” il mondo. Ma gli uomini sono malvagi, avidi e subdoli e ben presto il principe se ne renderà conto, sperimentando sulla propria pelle la perfidia dell’animo umano, tanto da capire che quello da salvare è lui stesso. In una continua lotta tra luce e ombre, tra bene e male, Dostoevskij riesce a delineare perfettamente il quadro psicologico dei vari personaggi, caratterizzati soprattutto nei dialoghi fatti di frasi brevi e spesso spezzate, capaci di catturare ancora di più l’attenzione. Certo, come ogni mattoncino che si rispetti in alcuni punti risulta forse un po’ noioso, ma sicuramente un libro da leggere con una certa attenzione.
Manuela
Se avete voglia di una lettura dal sapore esotico, di righe che portano lontano, ‘Nella polvere’ di Lawrence Osborne è il romanzo giusto. Ambientato nel deserto bollente del Marocco, la scrittura dell’autore inglese è così diretta e visiva che pare proprio di essere lì, in mezzo alle dune bionde e polverose, a respirare folate di vento caldo del Sahara.
“Entrarono in un bled polveroso e dismesso sulla strada e Anouar andò in una rivendita a riempire la tanica dell’acqua. Qualche palma dondolava nel vento sopra un rettangolo di case. Uscì anche David e camminò a bordo di un orto sparuto dove pochi bambini erano seduti con tortine di fango e giocattoli logori. Non alzarono la testa.”
Una coppia di londinesi di mezz’età in crisi matrimoniale feroce, David, medico di successo con una causa di lavoro alle spalle e molti, troppi, problemi con l’alcool, e Jo, una scrittrice di libri per bambini con l’ispirazione finita chissà dove, si recano alla festa organizzata da due loro amici gay nella lussuosa proprietà del buen ritiro esotico, dalle parti appunto di Midelt ed Errachidia, nella regione desertica del Tafilalet marocchino.
Tra le mura in rovina di uno ksar lussuosamente ristrutturato con tutti i confort europei possibili e immaginabili, ogni anno si celebra una mega-festa con invitati da ogni parte del mondo, finanzieri, vip, artisti dello spettacolo e ambigui personaggi dal portafoglio strabordante. Qua, tutti arrivano per godersi un pugno di giorni e di notti tra baldorie, vizi e sfrenatezze d’ogni tipo, alcuni ospiti fissi, altri d’eccezione, sotto gli occhi discreti ma sprezzantissimi dell’impeccabile servitù marocchina.
Quasi subito, nelle prime pagine della narrazione, accade un fatto drammatico e imprevisto.
Continua a leggereIl Centro Documentazione Handicap di Carrara convenzionato con il Comune è gestito da un’Associazione di volontari. Attivo dal 2001, si muove in un terreno più culturale che sociale, proponendo la diffusione di una nuova cultura della disabilità fondata su positività e ricchezza di cui ogni persona è portatrice. Ha la funzione principale di biblioteca, con il prestito di libri sul tema della disabilità di ogni genere: saggi di pedagogia, psicologia, testi divulgativi, biografie, narrativa, narrativa per bambini, libri in Braille, con caratteri ad alta leggibilità per soggetti dislessici, con linguaggio LIS e con simboli CAA (Comunicazione Alternativa Aumentativa) ed il catalogo è presente nella Re.Pro.Bi (Rete Provinciale Biblioteche Massa-Carrara). Svolge attività di formazione e di informazione attraverso l’organizzazione di conferenze, convegni, incontri, reading musicali ed eventi sui temi della disabilità.
L’attività di maggior prestigio, che è per noi, ma anche per tutta la nostra città, motivo di forte orgoglio è il Concorso Letterario Nazionale FantasticHandicap per racconti sull’handicap, aperto a tutti gli scrittori disabili e non – FantasticHandicap – Centro Documentazione Handicap Carrara (cdhcarrara.it) – Nel corso degli anni il nostro Premio si è imposto nel panorama dei tanti Concorsi Letterari. Possiamo sicuramente affermare, con molta soddisfazione, che siamo riusciti a fare della disabilità fonte d’ispirazione per i tanti Autori che hanno voluto cimentarsi con questa tematica. Qualche anno fa siamo riusciti, con un po’ di fatica e molte energie, a pubblicare un volume antologico, che raccoglie i Racconti Vincitori delle prime 13 Edizioni. Il volume oltre ad essere la testimonianza del lavoro svolto in tutti questi anni, è senza dubbio un ottimo strumento didattico, per conoscere i tanti aspetti della disabilità, attraverso un modo un po’ insolito come la narrazione.
Finalmente possiamo presentare alle istituzioni e a tutta la cittadinanza la nuova sede, sita in via del Cavatore 1/D, a Carrara.
Silvia per il Centro Documentazione Handicap
Lida per Libriamoci913
Un classico sempre attuale!
Perché dunque si tormentava così? Perché si sentiva torturato e sgomento, quasi incapace di fare il minimo gesto? E sua madre che stava là a casa soffriva… lo sapeva che soffriva. Ma perché? E perché pensando a lei, gli pareva do odiare Miriam, fino all’esasperazione? […]
[…] «Perché non le vuoi bene, mamma?» gridava disperato
«Non lo so, figliolo, credi, ho provato a volerle bene…Ma non posso!» E fra loro due Paul si sentiva diviso e sgomento.
Continua a leggereNova in astronomia è un’enorme esplosione nucleare dovuta ad accumulo di idrogeno sulla superficie di una stella, un fenomeno straordinario caratterizzato da una potente luminosità. In pratica, è una stella che scoppia.
Nova è pure il titolo del secondo romanzo di Fabio Bacà (il primo, Benevolenza cosmica, uscì nel 2019) pubblicato da Adelphi a ottobre 2021 e attualmente in lista tra i dodici candidati al Premio Strega, edizione LXXVI.
Un titolo non a caso per un libro che ho letteralmente divorato, e i motivi sono svariati. Vero è, che le recensioni dovrebbero essere oggettive e imparziali perché ognuno di noi ha i propri insindacabili gusti e preferenze, ma in questo preciso frangente narrativo mi sono trovata curiosamente coinvolta (o per meglio dire, mi è piaciuto un sacco riuscire a visualizzare con estrema precisione le varie scene in esterno, proprio come fossero spaccati di film o dejavù) in quanto Bacà ha ambientato la vicenda del rampante medico neurologo e della sua famiglia neppur troppo complicata, in un luogo a me molto caro, Lucca (Toscana). La mia città natale.
Non solo.
Continua a leggereRicorda di non dimenticare
Per un umanesimo tecnologico che ricomponga l'alleanza fra natura e cultura
psicologa psicoterapeuta sessuologa specialista in EMDR
SCRIVI. INVIA. ASCOLTA
Laboratorio di micronarrativa e rivista letteraria dal 2020
Lei era grande, buona, generosa, fedele, si chiamava Raissa, era la mia cara grande amica, di Pier Carlo Lava
“Vi è al mondo una strada, un’unica strada che nessun altro può percorrere salvo te: dove conduce? Non chiedertelo, cammina!” (F. Nietzsche)
Giorno per giorno con Cristo
Prendere sul serio, la comicità.
Un luogo dove leggere e ascoltare